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7 Febbraio 2025 - Antonio Ligabue

  • Vivere a vista
  • 7 feb
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 8 feb


Ieri ho guardato il film “Volevo nascondermi” sulla vita di Antonio Ligabue. Conosco questo artista, ma (mea culpa) non sono mai stato a vedere una sua mostra e sapevo sommariamente la sua biografia. L’interpretazione di Elio Germano mi ha colpito e mi ha fatto nascere il desiderio di comprendere meglio la vita del pittore svizzero.

 

La pellicola mostra la grande sofferenza vissuta da Antonio e la sua lotta contro la malattia mentale, a causa della quale fu sempre visto come una persona diversa e perciò pericolosa. Nacque nel 1899 in Svizzera da genitori italiani e, da bambino, fu adottato da una coppia di svizzeri tedeschi. I genitori adottivi erano poveri e costretti a spostarsi continuamente in cerca di un lavoro.

 

Antonio era affetto da rachitismo e gozzo, due malattie che pesarono profondamente sul suo fisico e sulla sua psiche. Aveva un carattere difficile e fu espulso da numerose scuole. Nel 1919, in preda a una crisi nervosa, aggredì la madre adottiva, che lo denunciò. Fu condannato all’espatrio e fu condotto nel paese di origine del padre, Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia.

 

Qui Antonio visse a lungo come un reietto, vivendo di carità e lavori saltuari. Il suo aspetto fisico faceva paura e da molti era visto come un uomo ripugnante. Ligabue in quel periodo cominciò a dipingere, trovando nell’arte un temporaneo sollievo al suo dolore.

 

Ligabue passava molto tempo sulle rive del Po, diventando parte di quella natura che era il suo soggetto preferito. L’intensità dei suoi quadri è estrema, li osservo e mi sento proiettato all’interno di essi. Sono spettatore dentro la scena dipinta, che ai miei occhi è reale, tangibile. I colori sono brillanti e rimangono impressi a lungo nei miei occhi.

 

Le sue sculture coglievano l’essenza dei movimenti degli animali. Una sua opera, che raffigura una lince che attacca un gatto, riesce a trasmettere tutta la ferocia dell’assalitore e la rassegnazione della vittima, che aspetta la zampata che metterà fine al combattimento. Come nelle sculture di altri grandi artisti, penso a Michelangelo, mi aspetto che da un momento all'altro i muscoli degli animali prendano movimento e che il combattimento proosegua fino all'inesorabile finale.

 


Antonio Ligabue - Lotta tra animali

Lo spirito di Antonio Ligabue trascendeva gli schemi della ragione umana. Per tale motivo non comprendo perché spesso venga additato come artista naïf: in lui non c’è nulla di ingenuo. Ligabue non necessitava di adeguarsi al linguaggio di chi lo circondava, la sua comprensione per i fatti della vita era di gran lunga superiore al sentire del tempo. La complessità delle sue opere ne è imperitura testimonianza.







 
 
 

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